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Storia della PAC e la sua evoluzione
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Scritto da diego pellizzaro   
giovedě 29 maggio 2008

  

L’evoluzione normativa delle politiche agrarie comunitarie.

  

La  Politica Agricola Comunitaria: dal Trattato di Roma ai Piani di Sviluppo Rurale.

  

IL SOSTEGNO DEI PREZZI

  

Con la firma del trattato di Roma del 1957 furono definiti gli obiettivi generali di politica agraria tra cui, incrementare la produttività dell’agricoltura, migliorare il tenore di vita della popolazione agricola tramite un miglioramento del reddito, stabilizzare i mercati e infine garantire la  sicurezza degli approvvigionamenti.
Visto il contesto dell’epoca, era chiara l’intenzione dei stati europei di improntare una politica di sicurezza alimentare dato che molta gente soffriva ancora di carenze alimentari
Dalla fine degli anni Cinquanta alla metà degli anni Ottanta la Politica Agricola Comunitaria è caratterizzata dal forte peso attribuito alla politica dei prezzi come strumento centrale per il sostegno del reddito e per garantire adeguati livelli di produzione.
Però, in meno di un decennio la politica di sostegno del prezzo mostra i suoi limiti visto che non si è messo mano ad una politica strutturale di ammodernamento delle aziende agricole e delle strutture di trasformazione.

Infatti, quando la PAC funziona ormai a pieno regime si evidenziano le prime difficoltà:
1. Aumento della produzione agricola in alcuni comparti protetti dalla politica di sostegno del prezzo, che si cumula con l’effetto comunque dovuto allo sviluppo tecnologico;
2. Riduzione dei consumi in alcuni comparti come effetto del miglioramento della qualità della vita;
3. Creazione di eccedenze, soprattutto di grano, zucchero e burro;
4. Incremento della spesa per la PAC.

Si rende sempre più necessaria una politica di contenimento dell’offerta e gli strumenti utilizzabili sono molteplici:
1. Fissazione di quote di produzione
2. Incentivi per l’abbattimento di impianti colturali e divieto di nuovo impianto
3. Abbattimento di capi di bestiame
4. Incentivi per il riposo dei terreni
5. Distruzione della quota di produzione in eccedenza
6. Diminuzione del sostegno  del prezzo.

Si ricorre a tutti questi strumenti senza risolvere sostanzialmente il problema delle eccedenze. Nel 1979 sono introdotte le quote fisiche di produzione per lo zucchero, nell’84 per il latte; per ciò che concerne la vite, i Regg. (Cee) 822/87 e 1442/88 stabiliscono il divieto di nuovi impianti, la regolamentazione del diritto al reimpianto e la concessione di premi per l’abbandono definitivo di superfici con questa destinazione; anche i fruttiferi, fra cui ad esempio il melo, sono successivamente interessati da interventi della stessa natura (Regg. (Cee) 1200/90 e 2604/90). Nel 1988 sono introdotti gli “stabilizzatori di bilancio”, che prevedono una riduzione automatica e progressiva del prezzo d’intervento per l’anno successivo se la produzione di quell’anno supera la quantità massima garantita; nel 1977 si attivano le misure di corresponsabilità per i prodotti lattiero-caseari e nell’86 per i cereali;
Negli anni Ottanta il problema delle eccedenze agricole da immagazzinare e da distruggere diventa sempre più grave; si raggiunge un massimo storico nel 1987 e nel 1988 una “linea direttrice bilancio” stabilisce che le spese per la PAC non possono superare il 74% dell’aumento delle entrate dell’UE.


LA RIFORMA DEI FONDI STRUTTURALI, IL TERRITORIO AL CENTRO DEGLI INTERVENTI FINANZIATI DAI FONDI

 

E’ questo in effetti l’ambito in cui i Fondi comunitari possono essere utilizzati sinergicamente, non solo per garantire il reddito degli agricoltori, o determinati livelli di produzione, ma per promuovere azioni di sviluppo che coinvolgano le popolazioni locali. Andare in questa direzione presuppone una lettura e classificazione delle regioni europee rispetto a categorie di problemi e una finalizzazione della spesa dei fondi su obiettivi specifici.
Lo spazio rurale come entità diversificata in relazione ai problemi che localmente si pongono: per esempio, aree in cui esiste un problema derivante dalla “pressione dell’evoluzione moderna” (regioni rurali vicine alle grandi agglomerazioni urbane); aree in cui esiste un problema derivante dal “declino rurale” (come nel nostro caso); aree in cui esiste un problema di marginalizzazione (zone difficilmente accessibili …). Rispetto a questi casi differenti dovranno essere assunte strategie di intervento differenziate e l’agricoltura dovrà essere valorizzata per funzioni che vanno oltre la tradizionale produzione di beni alimentari.
La nuova impostazione della politica comunitaria di sviluppo rurale ha trovato nella Riforma dei Fondi Strutturali uno strumento di efficace applicazione. Il coordinamento degli interventi dei Fondi FEOGA, FESR e FSE è finalizzato al raggiungimento di alcuni obiettivi, alcuni dei quali regionalizzati (Reg. 2052/88):
• Obiettivo 1 – promuovere lo sviluppo e l’adeguamento strutturale delle regioni il cui sviluppo è in ritardo;
• Obiettivo 2 – riconvertire le regioni, aree frontaliere o parti di regioni, il cui sviluppo è stato colpito dal declino industriale;
• Obiettivo 3 – lottare contro la disoccupazione di lunga durata;
• Obiettivo 4 – facilitare l’inserimento professionale dei giovani;
• Obiettivo 5 – nella prospettiva della riforma della politica agricola comune – 5a – accelerare l’adeguamento delle strutture agrarie; 5b – promuovere lo sviluppo delle zone rurali

 

LA RIFORMA MC SHARRY E IL TENTATIVO DI DISACCOPPIARE LA POLITICA DI SOSTEGNO DEL REDDITO DAL SOSTEGNO DEI PREZZI. LE MISURE DI ACCOMPAGNAMENTO E UNA NUOVA ATTENZIONE ALL’AMBIENTE NELLA PAC.

 

La Riforma Mc Sharry viene sollecitata da fattori interni ed esterni all’Unione Europea, che hanno a che fare con:
1. Una distribuzione sperequata di costi e benefici fra i vari Paesi dell’UE (il contributo dell’Italia al valore aggiunto complessivo dell’agricoltura dell’UE è del 20,5%, ma riceve meno dell’11% del totale delle spese per il sostegno del prezzo; il maggiore beneficiario e la Francia.
2. Una distribuzione  distorta dei benefici tra i produttori (80% dei contributi al 20% delle aziende).
3. Una penalizzazione dei consumatori in relazione a prezzi elevati.
4. Il problema delle eccedenze e della crescita della spesa per la Pac.
5. Le pressioni internazionali: necessità di raggiungere un accordo all’interno dei negoziati GATT intrapresi in Uruguay nel 1986, che avevano posto al primo punto dei lavori la liberalizzazione dei mercati agricoli e la riduzione del sostegno pubblico all’agricoltura.
Con il documento Evoluzione e futuro della PAC, del 1991, la Commissione ha proposto una prima formulazione della Riforma, in cui sostanzialmente si ipotizzava:
• Il riallineamento dei prezzi interni dell’Unione a quelli dei mercati mondiali;
• La possibilità di compensare  la  diminuzione di reddito indennizzando direttamente gli agricoltori.
Le proposte di riforma della PAC sono state trasformate in regolamenti applicativi nel luglio del 1992 (Riforma Mc Sharry).
• La riduzione del prezzo indicativo dei cereali è del 29%, introdotta gradualmente, in tre anni, a partire dal 1993/94.
• Viene istituito un regime di sostegno diretto al reddito degli agricoltori (pagamento di un aiuto compensativo).
• La compensazione del reddito viene calcolata in base alla superficie a grano dell’azienda, alla resa unitaria media della zona dove è collocata l’azienda.
• La compensazione del reddito viene dunque attribuita senza considerare la produzione effettiva dell’azienda e si dice che l’aiuto è “disaccoppiato” o disgiunto dalla produzione effettiva.
• L’Italia è suddivisa in 254 zone omogenee con aiuti variabili tra un minimo di 123.000 lire a un massimo di 580.000 per ettaro.
Le Misure di accompagnamento si concretizzano nei Regolamenti 2078, 2079 e 2080 del 1992: misure agroambientali; misure per il prepensionamento; misure per lo sviluppo della forestazione.
Il Regolamento 2078/92 vuole incentivare la valorizzazione delle esternalità positive dell’agricoltura e premiare la riduzione delle esternalità negative, introducendo un insieme di misure.
Lo scenario in cui comincia a muovere i passi  una politica agro-ambientale è dunque fortemente caratterizzato da due fattori di revisione delle strategie dell’UE: la necessità di rendere più efficiente il bilancio comunitario, affrontando con un certo rigore il problema dell’offerta dei prodotti agricoli (nodo delle eccedenze) e ridando maggiore spazio al mercato;  la necessità di indicare un ventaglio di possibilità diverse per raggiungere redditi agricoli comparabili con quelli degli altri settori produttivi.  Sono in linea di massima coerenti con  queste necessità, strategie  di riduzione degli impatti negativi dell’agricoltura sull’ambiente, di valorizzazione delle sue esternalità positive, di sostegno alla pluriattività aziendale, o, anche quelle che affrontano  la questione dello sviluppo non in ambito settoriale, bensì in termini di sviluppo rurale
Per garantire la necessaria coerenza con gli indirizzi del Regolamento 2078/92 veniva richiesta l’adozione di un documento programmatico a livello regionale (il piano agro-ambientale)
Misure agroambientali previste dal Reg. 2078/92:
• A1-A2 – Sensibile riduzione o mantenimento delle riduzioni dell’impiego dei concimi e dei fitofarmaci
• A3 - A4 – Introduzione o mantenimento dei metodi dell’agricoltura biologica
• B – Estensivizzazione o mantenimento della produzione estensiva già avviata
• C – Riduzione della densità del patrimonio bovino o ovicaprino
• D1 – Impiego di altri metodi ecocompatibili e cura dello spazio rurale e del paesaggio
• D2 – Allevamento di specie animali in via di estinzione
• E – Cura dei terreni agricoli e forestali abbandonati
• F – Messa a riposo ventennale per scopi di carattere ambientale
• G – Gestione dei terreni per l’accesso pubblico e uso ricreativo
• H – Formazione e divulgazione

 

AGENDA 2000, L’ALLARGAMENTO DELL’UE AI PECO, NUOVI OBIETTIVI DELLA PAC E MAGGIORE PESO ALLO SVILUPPO RURALE

 

Obbiettivi di agenda 2000:
• Aumento della competitività dell’agricoltura europea mediante un riavvicinamento dei prezzi interni a quelli mondiali;
• garanzia della sicurezza e della qualità delle derrate, a tutela dei consumatori;
• assicurazione di un adeguato livello di vita alla popolazione agricola e rurale e di una stabilità dei redditi agricoli;
• creazione di fonti di occupazione e di reddito alternative per gli agricoltori e le loro famiglie
• affermazione del principio della sostenibilità ambientale della produzione agricola;
• semplificazione della PAC e della sua gestione
Attraverso:
• Allargamento UE ai paesi PECO
• Adeguamento agli accordi Gatt
• Razionalizzazione della Politica Agricola Comunitaria mediante un riequilibrio dei mercati, una maggiore attenzione ai problemi relativi alla qualità dei prodotti e alla tutela dell’ambiente.
• Introduzione di un approccio di intervento integrato e che rispetti i principi dell’addizionalità, della sussidiarietà,  del partenariato, ecc.
In particolare vanno sottolineati i seguenti aspetti:
• Introduzione del principio dell’inquinatore pagatore
• Uso combinato di più strumenti
• Ricerca dei livelli, soglie di qualità ambientale socialmente accettabili.
• L’ambiente non solo nelle misure agro-ambientali e nello sviluppo rurale, ma anche nell’altro pilastro della PAC

Uno dei principi fondatori si basa sulla Condizionalità
A partire dalla fine degli anni novanta, si è proposto un meccanismo in base al quale i beneficiari di pagamenti diretti devono assicurare il rispetto di alcuni requisiti in materia di protezione ambientale, benessere degli animali e sanità pubblica. L’inosservanza di tali requisiti (livelli di riferimento) dovrebbe convertirsi in una riduzione del sostegno ad essi garantito. Si è creato, quindi, il cosiddetto sostegno condizionato o condizionalità (anche cross compliance) che subordina la concessione di pagamenti diretti al rispetto di particolari disposizioni normative. Sul fronte delle misure di sviluppo rurale, invece, si è ritenuto di dover fornire sostegno finanziario agli agricoltori che partecipano ad un particolare gruppo di interventi, solo a condizione che questi rispettino dei requisiti minimi o che si impegnino a produrre sforzi aggiuntivi, adottando comportamenti che vadano oltre ciò che viene ritenuto “buono” e “normale”, allo scopo di fornire alla collettività particolari esternalità positive.”
Inafatti, il reg. 1259/99, relativo alle norme comuni per i regimi di sostegno diretto, dà per la prima volta la facoltà agli Stati membri di introdurre un regime di condizionalità. L'Italia ha deciso di adottare come requisiti ambientali alcune misure per una corretta regimazione delle  acque, al fine di evitare movimenti franosi e più in generale l'erosione del suolo per quanto riguarda i seminativi, mentre nel caso dei settori delle carni bovine e degli ovini e caprini viene richiesta una corretta conservazione dei reflui zootecnici per evitare un probabile inquinamento delle risorse idriche. Le percentuali di riduzione dell’importo dei premi variano da una soglia massima del 2% per il mancato rispetto della manutenzione delle scoline per i settori dei seminativi ad una soglia massima del 7% per l'infrazione nello stoccaggio degli effluenti nel settore delle carni bovine. L'applicazione di questi requisiti riguarda potenzialmente una superficie agricola ragguardevole (circa il 70% della SAU nazionale) e un altrettanto elevato numero di beneficiari.”

 

POLITICHE PER LO SPAZIO RURALE 2006” DENOMINATA RIFORMA FISCHLER

 

Tale riforma prevede:
Un pagamento unico per azienda agli agricoltori dell’UE, indipendente dalla produzione; alcuni elementi degli aiuti accoppiati possono essere mantenuti, in misura limitata, per evitare l’abbandono della produzione;
Il pagamento sarà condizionato al rispetto delle norme in materia di salvaguardia ambientale, sicurezza alimentare, sanità animale e vegetale e protezione degli animali, come pure all’obbligo di mantenere la terra in buone condizioni agronomiche ed ecologiche (la cosiddetta “condizionalità”);
Potenziamento della politica di sviluppo rurale, cui verranno destinati maggiori stanziamenti, nuove misure a favore dell’ambiente, della qualità e del benessere animale, nonché per aiutare gli agricoltori ad adeguarsi alle norme di produzione UE a partire dal 2005
Riduzione dei pagamenti diretti alle grandi aziende (“modulazione”) allo scopo di finanziare la nuova politica di sviluppo rurale;
Un meccanismo di disciplina finanziaria inteso ad impedire che venga superato il bilancio agricolo fissato fino al 2013;
Ritocchi alla politica dei mercati agricoli.

 

LA FASE DI PROGRAMMAZIONE 2007-2013

 

Strategia comunitaria: Documento strategico del Consiglio con le priorità dell’UE
Strategia nazionale: Piani strategici nazionali per
– attuare le priorità comunitarie,
– assicurare coerenza e complementarità con la politica di coesione,
– sviluppare le priorità nazionali (o regionali)

Programmi nazionali o regionali di sviluppo rurale con 4 assi (e 38 tipi di intervento)
Tutto ciò ha lo scopo di:
• Identificare i temi di sviluppo rurale prioritari per l’Unione Europea (sostenibilità in senso ampio, miglioramento della competitività)
• Collegare la PAC alla strategia di Lisbona, Göteborg (crescita, occupazione (come contribuiscono)
• Dare maggior coerenza alle diverse politiche comunitarie (economiche, sociali e ambientali, interne ed esterne)
• Accompagnare la riforma della politica dei mercati (disaccoppiamento, condizionalità, modulazione)
3 aree strategiche:
– l’agro-alimentare,
– l’ambiente,
– il mondo rurale (coerente con i tre assi),
– Le possibilità di integrazione tra assi: l’approccio Leader

(Obiettivi rivisti di Lisbona: fare dell’Europa un luogo che attrae investimenti e lavoro; promuovere la conoscenza e l’innovazione per la crescita; creare più lavoro, di miglior qualità)
1° Asse: miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale: ristrutturazione e innovazione (15% di spese sulla disponibilità totale PSR UE)
2° Asse: protezione dell’ambiente attraverso il sostegno alla gestione sostenibile del territorio (25% di spese sulla disponibilità totale PSR UE)
3° Asse: miglioramento della qualità della vita e sostegno alla diversificazione dell’economia rurale (15% di spese sulla disponibilità totale PSR UE)
4° Asse: Il metodo Leader: approccio integrato e “dal basso” (7% di spese sulla disponibilità totale PSR UE)
Fondi complessivi: 88,5 miliardi di € (prezzi 2004)
Obbiettivi:
Uso sostenibile dei terreni agricoli
– Indennità compensativa per zone svantaggiate (montagna e altri svantaggi naturali);
– Natura 2000;
– Agro-ambiente e benessere animale (cross-compliance);
– investimenti non produttivi.
Uso sostenibile delle foreste
– Imboschimento delle superfici agricole e non agricole;
– sistemi agro-forestali;
– Natura 2000;
– premi ambientali;
– ricostituzione potenziale produttivo e prevenzione;
– investimenti non produttivi
Diversificazione dell’economia rurale
Diversificazione verso attività non agricole; creazione e sviluppo di micro-imprese, attività turistiche; valorizzazione del patrimonio naturale.
Miglioramento della qualità della vita
Servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale; rinnovamento e sviluppo villaggi.
Formazione, acquisizione di competenze, animazione (strategie di sviluppo locale)

 

 

 20/5/2008

Diego Pellizzaro

Ultimo aggiornamento ( giovedě 29 maggio 2008 )
 

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